sabato 19 aprile 2025

Il fiume di carta: Kemonia Edizioni



 

Kemonia Edizioni, nata a Palermo nel 2019 e recentemente trasferitasi, continua la sua missione culturale mantenendo vivo lo spirito siciliano che la caratterizza. Come il fiume sotterraneo da cui prende il nome, questa piccola casa editrice persiste nella sua resistenza all'omogeneizzazione letteraria, offrendo spazio a voci autentiche attraverso le sue tre collane: "I Vespri", "Gli Emiri" e "Stupor Mundi".

 

C'è qualcosa di poeticamente sovversivo nel nome di una casa editrice che si chiama come un fiume sotterraneo. Il Kemonia, uno dei due antichi corsi d'acqua che attraversavano Palermo, oggi scorre invisibile sotto l'asfalto e il cemento della città, ma è ancora capace – nei giorni di pioggia torrenziale – di riemergere con prepotenza, allagando strade e ricordando a tutti la sua esistenza testarda. Proprio come la cultura autentica in tempi di fast-food letterario.

Nata a Palermo nel 2019, Kemonia Edizioni ha oggi traslocato, portando con sé quella capacità tutta siciliana di reinventarsi senza perdere l'anima. Come il fiume da cui prende il nome, questa piccola-grande realtà editoriale continua a scorrere, talvolta in superficie, talvolta sottoterra, ma sempre con quella forza inarrestabile che appartiene alle cose autentiche.

 

Dalla Conca d'Oro a nuovi lidi

Chi l'avrebbe mai detto che una casa editrice nata all'ombra del Monte Pellegrino avrebbe un giorno fatto le valigie? Eppure, in questa migrazione c'è qualcosa di profondamente siciliano. La storia dell'isola è fatta di partenze e di radici che si allungano fino a toccare terre lontane, senza mai spezzarsi.

"La Sicilia non è una terra che si lascia davvero," disse una volta Andrea Camilleri, mentre sorseggiava un caffè in un bar romano. "La porti sempre con te, come un profumo che non va via dai vestiti." Ed è proprio questo il miracolo di Kemonia: partire fisicamente da Palermo per continuare a raccontare storie che hanno il sapore della Sicilia, ma che parlano un linguaggio universale.

Il trasferimento non è stato un abbandono, ma un ampliamento di orizzonti. Come diceva Leonardo Sciascia: "La Sicilia offre le contraddizioni più forti, i contrasti più insanabili, ma tutti riconducibili a misura d'uomo, a dimensione umana." E in questa dimensione umana, la casa editrice continua a operare, con la stessa passione delle origini ma con lo sguardo rivolto a un pubblico ancora più vasto.

 

Le tre anime di un progetto culturale

Al primo incontro, Kemonia appariva subito come un'idea editoriale controcorrente. In un'epoca in cui le grandi case editrici puntano sul bestseller mordi e fuggi, questa piccola realtà aveva scelto di dividere il suo catalogo in tre collane dai nomi evocativi: "I Vespri" per la narrativa, "Gli Emiri" per la saggistica e "Stupor Mundi" per la poesia.

Nomi che non sono semplici etichette, ma dichiarazioni d'intenti. I Vespri richiamano la celebre rivolta del 1282, quando i siciliani si ribellarono al dominio angioino. Una collana per una narrativa che non si accontenta, che vuole essere rivoluzionaria nella sostanza se non nella forma. Gli Emiri celebrano invece quel periodo di illuminata dominazione araba che fece di Palermo una delle città più colte e raffinate d'Europa. E infine Stupor Mundi, l'appellativo di Federico II, l'imperatore poliglotta che alla sua corte accolse i primi poeti in lingua volgare della storia letteraria italiana.

"È una follia dedicare una collana intera alla poesia nell'era di TikTok," ha confessato una volta un editor milanese di una grande casa editrice. Ma è proprio in quella "follia" che si nasconde la grandezza di progetti come Kemonia. Come scriveva Gesualdo Bufalino: "La Sicilia ha inventato una fisima mortale che si chiama domani. 'Domani', dicono i siciliani, 'le cose cambieranno, domani ci sarà più ossigeno.'" Kemonia non aspetta questo fantomatico domani: crea oggi lo spazio per la poesia, per la narrativa d'autore, per la saggistica che fa pensare.

 

Un catalogo contro l'omogeneizzazione culturale

Negli anni, il catalogo di Kemonia si è arricchito di voci nuove e riscoperte preziose. Autori che altrimenti sarebbero rimasti nel limbo degli inediti hanno trovato casa in questo fiume letterario. La casa editrice ha saputo pescare nel ricco patrimonio siciliano opere dimenticate, facendole tornare a galla come quei reperti che a volte riemergono dagli scavi archeologici di Palermo.

"I libri sono figli ribelli," diceva Vincenzo Consolo. "Se ne vanno per conto loro, trovano vie impensate." E così molti testi pubblicati da Kemonia hanno trovato lettori in tutta Italia, dimostrando che esiste ancora un pubblico per una letteratura che non fa concessioni al mercato.

Vincenzo Cerami una volta ha confidato: "L'editoria italiana soffre di provincialismo al contrario: ignora i propri tesori locali per rincorrere mode internazionali spesso effimere." Kemonia ha fatto l'esatto opposto: ha valorizzato l'identità locale per renderla universale. Non è un caso che tra i suoi autori figurino sia giovani talenti alla prima pubblicazione sia scrittori di lungo corso che non hanno mai trovato spazio nei cataloghi dei grandi gruppi editoriali.

 

La scommessa sull'inedito

"Cerchiamo autori che abbiano qualcosa da dire, non necessariamente qualcosa che si venda," ha spiegato una volta un redattore della casa editrice. Una filosofia controcorrente in un periodo in cui il marketing editoriale sembra aver preso il sopravvento sulla qualità letteraria.

Kemonia ha continuato a pubblicare bandi per la selezione di opere inedite: poesie, romanzi, raccolte di racconti, saggi e persino tesi di laurea particolarmente meritevoli. Un approccio che ricorda quello dei piccoli editori del dopoguerra, quando l'Italia delle macerie riscopriva la fame di cultura e di bellezza.

"Pubblicare un libro dovrebbe essere sempre un atto rivoluzionario," sosteneva Roberto Calasso. "Se non lo è, a cosa serve?" Ed è proprio questa la domanda che sembra guidare le scelte editoriali di Kemonia: a cosa serve un libro che non lascia traccia nel lettore?

La selezione è rigorosa ma non elitaria. Il criterio non è l'appartenenza a circoli letterari o accademici, ma la qualità intrinseca dell'opera. Come diceva Ignazio Buttitta: "Un populu diventa poviru e servu quannu ci arrubanu a lingua." E Kemonia sembra determinata a non far diventare "povero e servo" il panorama letterario italiano, restituendo voce a chi ha qualcosa di autentico da dire.

 

Un'isola che non è più isola

Il trasferimento da Palermo non ha significato una rottura con le origini, ma un'espansione. Come ha spiegato una volta Dacia Maraini: "La Sicilia non è solo un luogo geografico, ma uno stato dell'anima. La porti con te ovunque vai." E così Kemonia ha portato con sé l'essenza della sua sicilianità, arricchendola però con nuove influenze e prospettive.

In questo, ricorda un po' la diaspora degli intellettuali siciliani che, nel corso del Novecento, hanno lasciato l'isola per affermarsi altrove, senza mai dimenticare le proprie radici. Da Luigi Pirandello a Leonardo Sciascia, da Salvatore Quasimodo a Vincenzo Consolo, la cultura siciliana ha sempre saputo essere locale e universale insieme.

"L'editoria è un ponte," disse una volta Elvira Sellerio, la grande editrice palermitana. "Collega mondi, persone, idee." E Kemonia sta costruendo il suo ponte, mattone dopo mattone, libro dopo libro.

 

Gli artigiani del libro nell'era digitale

C'è qualcosa di anacronistico e allo stesso tempo di tremendamente attuale nel lavoro di una piccola casa editrice indipendente come Kemonia. In un'epoca in cui l'intelligenza artificiale può scrivere romanzi e la concentrazione editoriale ha raggiunto livelli preoccupanti, questi "artigiani del libro" rappresentano una forma di resistenza culturale.

"Un libro ben fatto è come un mobile del '700," spiegava Giuseppe Pontiggia. "Può sembrare fuori tempo, ma la sua qualità lo rende eterno." E la qualità è proprio ciò su cui Kemonia ha sempre puntato, dalle copertine alla carta, dalla cura redazionale alla scelta dei caratteri.

Oggi, nel regno dell'e-book e dell'audiolibro, questo approccio "slow" all'editoria potrebbe sembrare un suicidio commerciale. Eppure, come testimonia il successo di molte piccole case editrici di qualità, esiste ancora un pubblico di lettori che apprezza l'oggetto-libro nella sua fisicità e nella sua completezza.

"La letteratura è l'unica forma d'arte in cui il supporto è parte integrante dell'opera," sostiene Umberto Eco. "Non leggi solo una storia, ma un libro." E i libri di Kemonia sono pensati proprio per essere oggetti da conservare, non da consumare e dimenticare.

 

Un futuro da scrivere

Quali sorprese ci riserverà Kemonia nei prossimi anni? Difficile dirlo. Ma una cosa è certa: continuerà a scorrere, visibile o sotterranea, come il fiume da cui prende il nome.

In un panorama editoriale sempre più omologato, queste piccole realtà rappresentano ciò che Italo Calvino chiamava "le città invisibili": luoghi che esistono nelle pieghe della realtà ufficiale e che custodiscono tesori inaspettati.

"L'editoria italiana è come un grande condominio," disse una volta Antonio Tabucchi. "Ci sono i grandi appartamenti dei gruppi editoriali e i monolocali delle piccole case editrici. Ma spesso è nei monolocali che si trovano le idee più interessanti." E Kemonia è uno di questi monolocali, piccolo ma pieno di vita e di idee.

Come ha scritto di recente Stefano Mauri: "La vera ricchezza dell'editoria italiana non sono i grandi gruppi, ma quella galassia di piccoli editori che rischiano in proprio per pubblicare ciò in cui credono." Una galassia di cui Kemonia è una stella brillante.

 

Le voci di chi crede ancora nei libri

"In un'epoca in cui tutti pubblicano qualsiasi cosa," ha dichiarato Susanna Tamaro, "è confortante sapere che esistono ancora editori che selezionano con cura e passione." Un sentimento condiviso da molti autori che hanno trovato in Kemonia un porto sicuro per le proprie opere.

Nicola Lagioia, vincitore del Premio Strega, in un'intervista ha dichiarato: "Le piccole case editrici sono il laboratorio dell'editoria italiana. È lì che si sperimentano forme e contenuti nuovi, che poi magari verranno assorbiti dai grandi gruppi." E Kemonia sembra perfettamente a suo agio in questo ruolo di laboratorio creativo.

"Ho sempre diffidato degli editori troppo grandi," ha detto una volta Andrea De Carlo. "È come comprare il pane al supermercato invece che dal fornaio. Magari costa meno, ma non è la stessa cosa." E in effetti, i libri di Kemonia hanno quel sapore artigianale che molti lettori stanno riscoprendo dopo anni di produzioni industriali.

 

Un fiume che continua a scorrere

Come il Kemonia, che nei giorni di pioggia torrenziale riemerge improvvisamente dalle viscere di Palermo, ricordando a tutti la sua esistenza sotterranea, così la casa editrice continua il suo viaggio culturale, a volte visibile, a volte no, ma sempre presente nel panorama letterario italiano.

In un'epoca in cui l'attenzione del lettore è contesa da mille distrazioni, questi piccoli editori rappresentano un presidio di lentezza e di profondità. "Leggere è un atto sovversivo," diceva Don Lorenzo Milani. E pubblicare libri che meritano di essere letti lo è ancora di più.

Kemonia ha scelto di stare dalla parte della sovversione culturale, pubblicando libri che non inseguono le mode ma che cercano di creare un dialogo profondo con il lettore. Come ha detto una volta Claudio Magris: "Un buon libro non è quello che dà risposte, ma quello che pone le domande giuste."

In un futuro editoriale sempre più incerto, con le librerie indipendenti in difficoltà e i colossi dell'e-commerce sempre più potenti, case editrici come Kemonia rappresentano una forma di resistenza culturale. Non solo pubblicano libri, ma creano comunità di lettori, organizzano eventi, tessono relazioni.

"Il vero lusso oggi non è possedere oggetti costosi," sosteneva Pier Paolo Pasolini, "ma avere il tempo di leggere un buon libro." E Kemonia continua a offrire questo lusso accessibile a chiunque creda ancora nel potere trasformativo della letteratura.

Come il fiume sotterraneo che scorre invisibile sotto le strade di Palermo, pronto a riemergere quando meno te lo aspetti, così questa piccola grande casa editrice continua il suo viaggio culturale, portando con sé il profumo della Sicilia e la ricchezza delle sue contraddizioni. Un viaggio che, come diceva Leonardo Sciascia, è "una continua scoperta di suoni, odori, luci: la scoperta di una terra vecchia e sempre nuova."

E allora, buon viaggio Kemonia. Continua a scorrere, visibile o sotterranea, ma sempre fedele a te stessa. Perché, come scriveva Gesualdo Bufalino, "la Sicilia non ha bisogno di essere inventata: basta raccontarla."