Kemonia Edizioni, nata a Palermo nel 2019 e recentemente trasferitasi, continua la sua missione culturale mantenendo vivo lo spirito siciliano che la caratterizza. Come il fiume sotterraneo da cui prende il nome, questa piccola casa editrice persiste nella sua resistenza all'omogeneizzazione letteraria, offrendo spazio a voci autentiche attraverso le sue tre collane: "I Vespri", "Gli Emiri" e "Stupor Mundi".
C'è qualcosa di poeticamente
sovversivo nel nome di una casa editrice che si chiama come un fiume
sotterraneo. Il Kemonia, uno dei due antichi corsi d'acqua che attraversavano
Palermo, oggi scorre invisibile sotto l'asfalto e il cemento della città, ma è
ancora capace – nei giorni di pioggia torrenziale – di riemergere con
prepotenza, allagando strade e ricordando a tutti la sua esistenza testarda.
Proprio come la cultura autentica in tempi di fast-food letterario.
Nata a Palermo nel 2019, Kemonia
Edizioni ha oggi traslocato, portando con sé quella capacità tutta siciliana di
reinventarsi senza perdere l'anima. Come il fiume da cui prende il nome, questa
piccola-grande realtà editoriale continua a scorrere, talvolta in superficie,
talvolta sottoterra, ma sempre con quella forza inarrestabile che appartiene
alle cose autentiche.
Dalla Conca d'Oro a
nuovi lidi
Chi l'avrebbe mai detto che una casa
editrice nata all'ombra del Monte Pellegrino avrebbe un giorno fatto le
valigie? Eppure, in questa migrazione c'è qualcosa di profondamente siciliano.
La storia dell'isola è fatta di partenze e di radici che si allungano fino a
toccare terre lontane, senza mai spezzarsi.
"La Sicilia non è una terra che
si lascia davvero," disse una volta Andrea Camilleri, mentre sorseggiava
un caffè in un bar romano. "La porti sempre con te, come un profumo che
non va via dai vestiti." Ed è proprio questo il miracolo di Kemonia:
partire fisicamente da Palermo per continuare a raccontare storie che hanno il
sapore della Sicilia, ma che parlano un linguaggio universale.
Il trasferimento non è stato un
abbandono, ma un ampliamento di orizzonti. Come diceva Leonardo Sciascia:
"La Sicilia offre le contraddizioni più forti, i contrasti più insanabili,
ma tutti riconducibili a misura d'uomo, a dimensione umana." E in questa
dimensione umana, la casa editrice continua a operare, con la stessa passione
delle origini ma con lo sguardo rivolto a un pubblico ancora più vasto.
Le tre anime di un
progetto culturale
Al primo incontro, Kemonia appariva
subito come un'idea editoriale controcorrente. In un'epoca in cui le grandi
case editrici puntano sul bestseller mordi e fuggi, questa piccola realtà aveva
scelto di dividere il suo catalogo in tre collane dai nomi evocativi: "I
Vespri" per la narrativa, "Gli Emiri" per la saggistica e
"Stupor Mundi" per la poesia.
Nomi che non sono semplici etichette,
ma dichiarazioni d'intenti. I Vespri richiamano la celebre rivolta del 1282,
quando i siciliani si ribellarono al dominio angioino. Una collana per una
narrativa che non si accontenta, che vuole essere rivoluzionaria nella sostanza
se non nella forma. Gli Emiri celebrano invece quel periodo di illuminata
dominazione araba che fece di Palermo una delle città più colte e raffinate
d'Europa. E infine Stupor Mundi, l'appellativo di Federico II, l'imperatore
poliglotta che alla sua corte accolse i primi poeti in lingua volgare della
storia letteraria italiana.
"È una follia dedicare una
collana intera alla poesia nell'era di TikTok," ha confessato una volta un
editor milanese di una grande casa editrice. Ma è proprio in quella
"follia" che si nasconde la grandezza di progetti come Kemonia. Come
scriveva Gesualdo Bufalino: "La Sicilia ha inventato una fisima mortale
che si chiama domani. 'Domani', dicono i siciliani, 'le cose cambieranno,
domani ci sarà più ossigeno.'" Kemonia non aspetta questo fantomatico
domani: crea oggi lo spazio per la poesia, per la narrativa d'autore, per la
saggistica che fa pensare.
Un catalogo contro
l'omogeneizzazione culturale
Negli anni, il catalogo di Kemonia si
è arricchito di voci nuove e riscoperte preziose. Autori che altrimenti
sarebbero rimasti nel limbo degli inediti hanno trovato casa in questo fiume
letterario. La casa editrice ha saputo pescare nel ricco patrimonio siciliano
opere dimenticate, facendole tornare a galla come quei reperti che a volte
riemergono dagli scavi archeologici di Palermo.
"I libri sono figli
ribelli," diceva Vincenzo Consolo. "Se ne vanno per conto loro,
trovano vie impensate." E così molti testi pubblicati da Kemonia hanno
trovato lettori in tutta Italia, dimostrando che esiste ancora un pubblico per
una letteratura che non fa concessioni al mercato.
Vincenzo Cerami una volta ha
confidato: "L'editoria italiana soffre di provincialismo al contrario:
ignora i propri tesori locali per rincorrere mode internazionali spesso
effimere." Kemonia ha fatto l'esatto opposto: ha valorizzato l'identità
locale per renderla universale. Non è un caso che tra i suoi autori figurino
sia giovani talenti alla prima pubblicazione sia scrittori di lungo corso che
non hanno mai trovato spazio nei cataloghi dei grandi gruppi editoriali.
La scommessa
sull'inedito
"Cerchiamo autori che abbiano
qualcosa da dire, non necessariamente qualcosa che si venda," ha spiegato
una volta un redattore della casa editrice. Una filosofia controcorrente in un
periodo in cui il marketing editoriale sembra aver preso il sopravvento sulla
qualità letteraria.
Kemonia ha continuato a pubblicare
bandi per la selezione di opere inedite: poesie, romanzi, raccolte di racconti,
saggi e persino tesi di laurea particolarmente meritevoli. Un approccio che
ricorda quello dei piccoli editori del dopoguerra, quando l'Italia delle
macerie riscopriva la fame di cultura e di bellezza.
"Pubblicare un libro dovrebbe
essere sempre un atto rivoluzionario," sosteneva Roberto Calasso. "Se
non lo è, a cosa serve?" Ed è proprio questa la domanda che sembra guidare
le scelte editoriali di Kemonia: a cosa serve un libro che non lascia traccia
nel lettore?
La selezione è rigorosa ma non
elitaria. Il criterio non è l'appartenenza a circoli letterari o accademici, ma
la qualità intrinseca dell'opera. Come diceva Ignazio Buttitta: "Un populu
diventa poviru e servu quannu ci arrubanu a lingua." E Kemonia sembra determinata
a non far diventare "povero e servo" il panorama letterario italiano,
restituendo voce a chi ha qualcosa di autentico da dire.
Un'isola che non è
più isola
Il trasferimento da Palermo non ha
significato una rottura con le origini, ma un'espansione. Come ha spiegato una
volta Dacia Maraini: "La Sicilia non è solo un luogo geografico, ma uno
stato dell'anima. La porti con te ovunque vai." E così Kemonia ha portato
con sé l'essenza della sua sicilianità, arricchendola però con nuove influenze
e prospettive.
In questo, ricorda un po' la diaspora
degli intellettuali siciliani che, nel corso del Novecento, hanno lasciato
l'isola per affermarsi altrove, senza mai dimenticare le proprie radici. Da
Luigi Pirandello a Leonardo Sciascia, da Salvatore Quasimodo a Vincenzo
Consolo, la cultura siciliana ha sempre saputo essere locale e universale
insieme.
"L'editoria è un ponte,"
disse una volta Elvira Sellerio, la grande editrice palermitana. "Collega
mondi, persone, idee." E Kemonia sta costruendo il suo ponte, mattone dopo
mattone, libro dopo libro.
Gli artigiani del
libro nell'era digitale
C'è qualcosa di anacronistico e allo
stesso tempo di tremendamente attuale nel lavoro di una piccola casa editrice
indipendente come Kemonia. In un'epoca in cui l'intelligenza artificiale può
scrivere romanzi e la concentrazione editoriale ha raggiunto livelli
preoccupanti, questi "artigiani del libro" rappresentano una forma di
resistenza culturale.
"Un libro ben fatto è come un
mobile del '700," spiegava Giuseppe Pontiggia. "Può sembrare fuori
tempo, ma la sua qualità lo rende eterno." E la qualità è proprio ciò su
cui Kemonia ha sempre puntato, dalle copertine alla carta, dalla cura
redazionale alla scelta dei caratteri.
Oggi, nel regno dell'e-book e
dell'audiolibro, questo approccio "slow" all'editoria potrebbe
sembrare un suicidio commerciale. Eppure, come testimonia il successo di molte
piccole case editrici di qualità, esiste ancora un pubblico di lettori che
apprezza l'oggetto-libro nella sua fisicità e nella sua completezza.
"La letteratura è l'unica forma
d'arte in cui il supporto è parte integrante dell'opera," sostiene Umberto
Eco. "Non leggi solo una storia, ma un libro." E i libri di Kemonia
sono pensati proprio per essere oggetti da conservare, non da consumare e dimenticare.
Un futuro da
scrivere
Quali sorprese ci riserverà Kemonia
nei prossimi anni? Difficile dirlo. Ma una cosa è certa: continuerà a scorrere,
visibile o sotterranea, come il fiume da cui prende il nome.
In un panorama editoriale sempre più
omologato, queste piccole realtà rappresentano ciò che Italo Calvino chiamava
"le città invisibili": luoghi che esistono nelle pieghe della realtà
ufficiale e che custodiscono tesori inaspettati.
"L'editoria italiana è come un
grande condominio," disse una volta Antonio Tabucchi. "Ci sono i
grandi appartamenti dei gruppi editoriali e i monolocali delle piccole case
editrici. Ma spesso è nei monolocali che si trovano le idee più
interessanti." E Kemonia è uno di questi monolocali, piccolo ma pieno di
vita e di idee.
Come ha scritto di recente Stefano
Mauri: "La vera ricchezza dell'editoria italiana non sono i grandi gruppi,
ma quella galassia di piccoli editori che rischiano in proprio per pubblicare
ciò in cui credono." Una galassia di cui Kemonia è una stella brillante.
Le voci di chi
crede ancora nei libri
"In un'epoca in cui tutti
pubblicano qualsiasi cosa," ha dichiarato Susanna Tamaro, "è
confortante sapere che esistono ancora editori che selezionano con cura e
passione." Un sentimento condiviso da molti autori che hanno trovato in
Kemonia un porto sicuro per le proprie opere.
Nicola Lagioia, vincitore del Premio
Strega, in un'intervista ha dichiarato: "Le piccole case editrici sono il
laboratorio dell'editoria italiana. È lì che si sperimentano forme e contenuti
nuovi, che poi magari verranno assorbiti dai grandi gruppi." E Kemonia
sembra perfettamente a suo agio in questo ruolo di laboratorio creativo.
"Ho sempre diffidato degli
editori troppo grandi," ha detto una volta Andrea De Carlo. "È come
comprare il pane al supermercato invece che dal fornaio. Magari costa meno, ma
non è la stessa cosa." E in effetti, i libri di Kemonia hanno quel sapore
artigianale che molti lettori stanno riscoprendo dopo anni di produzioni industriali.
Un fiume che
continua a scorrere
Come il Kemonia, che nei giorni di
pioggia torrenziale riemerge improvvisamente dalle viscere di Palermo,
ricordando a tutti la sua esistenza sotterranea, così la casa editrice continua
il suo viaggio culturale, a volte visibile, a volte no, ma sempre presente nel
panorama letterario italiano.
In un'epoca in cui l'attenzione del
lettore è contesa da mille distrazioni, questi piccoli editori rappresentano un
presidio di lentezza e di profondità. "Leggere è un atto sovversivo,"
diceva Don Lorenzo Milani. E pubblicare libri che meritano di essere letti lo è
ancora di più.
Kemonia ha scelto di stare dalla
parte della sovversione culturale, pubblicando libri che non inseguono le mode
ma che cercano di creare un dialogo profondo con il lettore. Come ha detto una
volta Claudio Magris: "Un buon libro non è quello che dà risposte, ma
quello che pone le domande giuste."
In un futuro editoriale sempre più
incerto, con le librerie indipendenti in difficoltà e i colossi dell'e-commerce
sempre più potenti, case editrici come Kemonia rappresentano una forma di
resistenza culturale. Non solo pubblicano libri, ma creano comunità di lettori,
organizzano eventi, tessono relazioni.
"Il vero lusso oggi non è
possedere oggetti costosi," sosteneva Pier Paolo Pasolini, "ma avere
il tempo di leggere un buon libro." E Kemonia continua a offrire questo
lusso accessibile a chiunque creda ancora nel potere trasformativo della
letteratura.
Come il fiume sotterraneo che scorre
invisibile sotto le strade di Palermo, pronto a riemergere quando meno te lo
aspetti, così questa piccola grande casa editrice continua il suo viaggio
culturale, portando con sé il profumo della Sicilia e la ricchezza delle sue
contraddizioni. Un viaggio che, come diceva Leonardo Sciascia, è "una
continua scoperta di suoni, odori, luci: la scoperta di una terra vecchia e
sempre nuova."
E allora, buon viaggio Kemonia.
Continua a scorrere, visibile o sotterranea, ma sempre fedele a te stessa.
Perché, come scriveva Gesualdo Bufalino, "la Sicilia non ha bisogno di
essere inventata: basta raccontarla."
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